psicheinforum
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Consigli per gli insegnanti

Andare in basso

Consigli per gli insegnanti Empty Consigli per gli insegnanti

Messaggio  Admin Gio Dic 13, 2012 12:05 pm

Visita i nostri siti web
Psiche in Forma Psiche in Sesto



Davanti ad un bambino con Mutismo Selettivo spesso le insegnanti possono provare dei sentimenti di rabbia, frustrazione e delusione. Sono quindi possibili le seguenti reazioni:

—Minaccie e punizioni;
—Lasciare che il silenzio crei un forte imbarazzo;
—Escludere il bambino da tutte le attività che richiedono l’uso della parola.

Tutto ciò rinforza il Mutismo Selettivo aumentando paura ed ansia nel bambino. Alcune indicazioni pratiche che posso darvi sono le seguenti:

—Evitare metodi coercitivi: niente punizioni e minacce;
—Graduare le proprie aspettative;
—Includere il bambino in attività di gruppo e trattarlo come gli altri;
Creare occasioni “protette ” di comunicazione orale (es. A tu per tu).

Con i bambini con Mutismo Selettivo è quindi da evitare di:

—chiedere direttamente di parlare e comunicare in generale;
chiedere spiegazioni del disagio;
—aumentare delle attenzioni;
—creare il “caso”.

In caso di Mutismo Selettivo è invece consigliabile:

—Costruire un ambiente sicuro dove il bambino possa parlare;
—Stimolare la comunicazone non-verbale: tramite simboli, gesti, cartellini. Questo aumenta la comunicazione generale, facilita il contatto sociale con i coetanei e fa sentire il bambino più sicuro di se stesso;
—Stimolare l’interazione sociale: individuare coetanei adatti con cui far giocare il bambino durante la ricreazione scolastica, far lavorare in piccoli gruppi, pianificare attività dove non siano necessarie attività verbali e che stimolino la socializzazione
—Stimolare la comunicazione verbale: tramite un piano comportamentale strutturato, si può rinforzare il comportamento interattivo e comunicativo, compreso il linguaggio.



Ecco alcune domande frequenti che spesso mi porgono le insegnanti su come relazionarsi ad un bambino che soffre di Mutismo Selettivo.

I bambini con Mutismo Selettivo devono frequentare classi con altri bambini della loro età o classi speciali?

E’ opportuno che i bambini seguano il percorso scolastico normale. Nella programmazione del percorso scolastico di un bambino con MS è opportuno garantire e assicurare una socializzazione adeguata alla loro età e fare in modo che gli obiettivi scolastici, previsti nella programmazione delle attività, siano raggiunti.

Il bambino con Mutismo Selettivo è spesso in preda all’ansia e quindi spetta ai genitori e agli insegnanti collaborare per il fine comune di creare un clima sereno e di fiducia nel quale il bambino possa sentirsi sicuro, fidarsi e affidarsi e quindi (ri)attivare processi evolutivi più complessi e adattivi. Più che dirigere la propria attenzione sulle mancanze è necessario costruire contesti nel quale il bambino possa esprimere e sperimentare le proprie potenzialità. Quindi le loro capacità di percezione e creatività, il desiderio di apprendimento e la loro intelligenza devono essere preservati e incoraggiati.

Quale è la relazione tra Mutismo Selettivo e fobia scolare?

I bambini con Mutismo Selettivo provano una paura innata e/o stato d’ansia se si trovano in situazioni in cui è richiesto l’inserimento in contesti sociali, come l’ambiente scolastico. Strategie di evitamento e rifiuto di esporsi a tali situazioni possono essere causa di sintomi fisici che accompagnano l’ansia come mal di pancia, nausea o mal di testa. Allo stesso modo la paura di cadere nel ridicolo, il timore di fare errori o l’imbarazzo di cambiarsi negli spogliatoi durante attività sportive portano i bambini ad evitare queste situazioni e a rimanere in casa che rappresenta per loro un ruolo sicuro dove non ci sono richieste di esposizione e rischi di insuccesso sociale.

I bambini devono essere sostenuti e aiutati nell’affrontare e contrastare queste situazioni di disagio in quanto favorire il ritiro e l’evitamento non farà altro che rinforzare e potenziare tali strategie che diverranno l’unico mezzo conosciuto per contrastare l’ansia.

E’ opportuno che la scuola preveda l’applicazione di “ragionevoli compromessi” all’interno della classe del bambino?

Il bambino può beneficiare di queste opportunità ed essere agevolato a veder soddisfatti i suoi “speciali bisogni”.

- Permettere ai genitori di trascorrere del tempo col bambino nell’ambiente scolastico ad esempio prima della scuola per dare spazio alla desenzibilizzazione e all’uso della parola con poche persone presenti. Lo scopo della presenza del genitore nei luoghi scolastici (classe, corridoi, mensa ecc.) ha lo scopo di sviluppare nel bambino un livello crescente di tranquillità, abituandolo a sentirsi a suo agio nell’ambiente scolastico.

- Permettere ai genitori di collaborare, per quanto possibile, con la classe in modo da far sentire il bambino a suo agio.

- Organizzare attività in piccoli gruppi e con i compagni più stretti.

- Assegnare al bambino un compagno con cui andare al bagno.

- Far lavorare il bambino con un compagno, per le discussioni in classe o quelle di gruppo.

- Permettere al bambino di poter scrivere le risposte , anziché dover rispondere oralmente.

- Permettere al bambino di poter utilizzare il linguaggio dei segni per comunicare le sue esigenze o rispondere alle domande.

- Introdurre il gioco “amici alla lavagna” in modo che il bambino possa essere accompagnato da un amichetto quando deve scrivere alla lavagna o trovarsi di fronte alla classe.

- Programmare momenti individuali con l’insegnante e successivamente con uno o due compagni.

- Permettere al bambino di registrare (su supporto audio o video) le sue risposte a casa e/o da solo in classe.

Lo scopo di questi accorgimenti è di fornire l’opportunità di sentirsi più a suo agio, in modo che possa vivere un’esperienza educativa in condizioni ottimali.

E’ necessario valutare le competenze scolastiche del bambino?

Il bambino con MS ha bisogno di più tempo degli altri suoi coetanei, per adattarsi e sentirsi a suo agio durante una valutazione. Si dovrebbero utilizzare test non verbali e non imporre limiti di tempo facendo attenzione ai minimi segni visibili di ansia (linguaggio del corpo, presenza del contatto visivo o meno, espressività) che possono inficiare le prove di valutazione.

E’ opportuno permettere al bambino di registrare i suoi compiti a casa e poi far ascoltare queste registrazioni all’insegnante?

Questo risulta essere un ottimo metodo se si suppone che l’obiettivo sia la progressiva comunicazione verbale (registrazione a casa, registrarsi in classe alla presenza del genitore, registrarsi in classe senza genitore, sussurrare le lezioni al genitore, all’insegnante, all’insegnante e pochi compagni fino a raggiungere la comunicazione verbale generalizzata).



Perché i bambini con MS hanno difficoltà a comunicare e a parlare con l’insegnante?

L’insegnante è una figura che rappresenta l’autorità e che, fra l’altro, pone su di lui delle aspettative sul parlare, sul partecipare e sulle prestazioni scolastiche. All’avvio della scuola il bambino sente subito le pressioni della classe. L’insegnante rivolge domande, detta regole, organizza e svolge attività in classe.

E’ importante che l’insegnante faccia subito capire al bambino che non sarà mai sottoposto ad alcuna pressione per farlo parlare.

Qual è la strategia migliore per il MS?

Lo scopo non deve essere quello di far parlare il bambino, ma piuttosto di ridurre il suo stato d’ansia generale, di aumentare la fiducia in se stesso e l’autostima, di promuovere la comunicazione in situazioni sociali.

Come agire se un bambino deve fare un compito orale?

Occorre primariamente tenere in considerazione l’età del bambino. Ad es. è possibile chiedere l’aiuto di un compagno di classe per leggere il compito scritto dal bambino MS; si può registrare a casa e fare ascoltare la registrazione solo all’insegnante o all’intera classe.

Rispettare i tempi del bambino e non forzarlo è la strategia migliore. Si possono utilizzare tecniche di rinforzo positivo (premiare i tentativi di avvicinamento alla parola), fading (parlare in situazioni rilassate e introdurre in maniera graduale le persone), modelling (mostrare come si reagisce alle situazioni stressanti prima in studio e poi in situazioni reali).

Bisogna bocciare un bambino solo perché soffre di MS?

E’ inaccettabile bocciare un bambino intelligente, creativo e curioso. Se il bambino non fa progressi può essere necessario rivedere e rivalutare il programma di aiuto messo in atto.

Come fare se il bambino con MS ha bisogno di essere disciplinato?

Se il bambino si comporta in modo inadeguato durante le lezioni, deve essere rimproverato come qualsiasi altro allievo. Non è positivo riservargli un trattamento speciale ne per lui ne per i suoi compagni. La classe si accorgerebbe che riceve un trattamento di favore e questo provocherebbe rancore nei suoi confronti.





Quando l’insegnante pone una domanda e il bambino volta la testa, non risponde o è lento a rispondere, si tratta di un comportamento di opposizione?

Voltare la testa, ignorare l’altro o soltanto fissare qualcosa davanti a sé con lo sguardo perso nel vuoto sono reazioni tipiche del bambino in preda all’ansia

Quindi rispondere o meno alle domande dipende dal livello di ansia del bambino: alcuni bambini potrebbero non essere in grado di rispondere nemmeno in modo non verbale, altri sono esitanti e lenti nel rispondere. Se il bambino rimane seduto, senza sorridere e senza rivolgere lo sguardo ci sono forti possibilità che si senta troppo ansioso per poter reagire e rispondere in modo tranquillo. In questi casi l’insegante non dovrebbe interpretare questa reazione come un atto di sfida o di maleducazione ma dovrebbe invece confortarlo e rassicurarlo.

Nel caso in cui il bambino non risponda si dovrebbero introdurre altri metodi per aiutarlo come ad es. si potrebbe chiedere di indicare la risposta giusta indicando con un dito o con lo sguardo. In caso di risposta sbagliata occorre comunque lodarlo ugualmente per aver tentato di rispondere.

Come deve reagire l’insegnante se il bambino resta immobile e rifiuta di muoversi?

Questo comportamento può essere frequente all’inizio dell’anno scolastico soprattutto in bambini piccoli. Anche l’inizio della giornata o la ripresa di scuola dopo le vacanze o malattia potrebbero essere momenti difficili. Se il bambino rimane immobile si raccomanda di prenderlo per mano e portarlo nel luogo dove dovrebbe andare. Di solito i bambini MS amano disegnare quindi potrebbe essere opportuno portarlo al tavolo per disegnare prima di incominciare un’altra attività.

Nel momento in cui il bambino comincia a parlare con altri bambini, come trasferire la comunicazione all’insegnante?

Occorre sempre rispettare i tempi del bambino. Egli parlerà quando il livello di ansia sarà regolato.

Potrebbe essere utile per l’insegnante trascorrere più tempo possibile da sola col bambino, prima e dopo le lezioni, e se fosse possibile andare a trovarlo a casa. E’ importante evitare ogni tipo di pressione sul bambino affinché parli e ridurre le aspettative. Quando ci si dedica ad instaurare un rapporto di fiducia e le aspettative sono meno pressanti la comunicazione verbale giunge naturalmente.

Cosa dovrebbe rispondere l’insegnante quando gli altri bambini gli chiedono perché il loro compagno/a con MS non parla?

La risposta più semplice è chiedere a tutti i bambini di fare una lista di tutte le cose che fanno paura ad ognuno di loro. Poi si può spiegare quello che prova il bambino MS quando deve parlare, far capire in altre parole quanto quest’azione sia spaventosa e difficile per lui e che tutti lo possono aiutare semplicemente evitando di fargli troppe domande o di rimarcare il suo silenzio.

Come fare per trasferire la parola nel luogo scuola?

Si potrebbe utilizzare l’intermediario verbale. Può essere un genitore, un amico o anche un peluche con il quale il bambino può cominciare a parlare sussurrando a scuola. Il bambino sussurra prima all’orecchio, poi a distanza di una mano, poi di mezzo braccio aumentando piano piano la distanza.

Se il bambino a scuola non parla con nessuno, come fare per arrivare alla comunicazione verbale?

Spesso il mezzo per raggiungere questo obiettivo è l’intermediario verbale. Pianificare i momenti in cui il bambino è solo con il suo intermediario così da aumentare il suo livello di tranquillità nella scuola. Spesso è uno dei genitori che va a scuola prima o dopo le lezioni, quando ci sono poche persone è un buon sistema per introdurre la comunicazione a scuola.

Che può fare il personale scolastico quando rileva che un bambino soffre di MS, mentre i suoi genitori negano questa interpretazione, continuando a credere che il loro figlio sia semplicemente timido e che prima o poi uscirà dal suo silenzio?

Si potrebbero organizzare delle riunioni in numero ristretto per non allarmare i genitori e mostrare documentazione relativa al MS .

Un lavoro di gruppo

E’ necessario che genitori, insegnanti e terapeuti lavorino in gruppo. Fissare obiettivi condivisi in relazione al livello d’ansia del bambino per un passaggio graduale dalla comunicazione non verbale a quella verbale. Occorre tenere in considerazione che le difficoltà del bambino non riguardano solo ed esclusivamente l’ambiente scolastico ma anche altre occasioni in cui si richiedono scambi verbali per sostenere l’interazione sociale (palestra, feste, ristorante, negozi ecc). [center][b]www.giustimassimo.itwww.lindapecchioli.it[url][/url][i]

Admin
Admin

Messaggi : 9
Data di iscrizione : 08.11.12

https://psicheinforum.elencoforum.com

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.